Il prossimo appuntamento con Biodiversity Barcamp, serie di eventi itineranti orientati a indagare temi collegati alla biodiversità, è previsto per il 7 maggio 2018, si terrà a Nocera Umbra e tratterà di “Società, Natura, Biodiversità”. Questo è un trinomio che ogni società civile dovrebbe tenere a mente e valorizzare, generando interconnessioni tra i tre fattori, per garantire sviluppo e benessere nel lungo periodo. L’accostamento di ambiente, individui e società esplicita i legami di senso che danno una dimensione unificante alla prospettiva ecologica. Una gestione sostenibile delle aree naturali fa sì che la biodiversità costituisca un’opportunità di mitigare i rischi espositivi da agenti chimici.

La finalità del Barcamp del 7 maggio è indagare problematiche e delineare soluzioni innovative relative a diversi impatti (della biodiversità sulla società e della società sulle biodiversità), con particolare riferimento al valore del verde naturale ed urbano e alle interazioni positive e negative con le malattie respiratorie. La discussione includerà qualificati attori e stakeholder del settore (medici, progettisti, studiosi, rappresentanti di aziende e start-up, amministratori e soggetti istituzionali), e in un primo momento sarà strutturata in tavoli tematici che verteranno su tre argomenti:

  1. Respirare natura: il valore sanitario e ricreativo di aree naturali;
  2. Natura vs burocrazia: chi arriva primo?
  3. Attivi per una città “biodiversa”.

Quanto emergerà in questa prima fase dell’evento verrà discusso in un tavolo conclusivo moderato dal Professor Piermaria Corona, Direttore del Centro di ricerca Foreste e Legno del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA). Abbiamo posto qualche quesito al Prof. Corona per avere in anteprima una più chiara visione d’insieme dei temi che verranno trattati.

Qual è il valore racchiuso nella relazione tra aree naturali e benessere umano?

Gli spazi verdi e le aree naturali più in generale svolgono di fatto un ruolo importante nel garantire una vita sana e promuovere il benessere attraverso la prevenzione delle malattie, la terapia e il recupero. Le aree naturali offrono condizioni ideali per attività ricreative e di rilassamento, contribuendo così alla riduzione dello stress e al mantenimento della salute mentale. Occorre, conseguentemente, sottolineare la valenza di queste aree come beni comuni fondamentali e della biodiversità come valore strategico. In particolare, il concetto di biodiversità proietta il ruolo delle aree naturali al di là della protezione di singole specie o di biotopi: interessa gli ecosistemi e il loro funzionamento, include i processi co-evolutivi tra le componenti che li costituiscono e le interazioni con l’azione antropica.

Può farci qualche esempio di benefici che l’uomo può ottenere da una gestione sostenibile degli spazi verdi?

Le utilità ecosistemiche offerte dalle aree urbane verdi sono numerose e diversificate. Per esempio, le passeggiate all’aperto negli spazi verdi urbani possono portare a una riduzione della depressione clinica di oltre il 30% rispetto alle attività indoor, tanto che un aumento del 10% degli spazi verdi in città può ritardare l’insorgenza media dei problemi di salute fino a cinque anni. Inoltre è emerso che i bambini che vivono in zone con un buon accesso agli spazi verdi passano meno tempo davanti a schermi televisivi, computer e smartphone, e hanno una tendenza all’obesità inferiore all’11-19% rispetto ai bambini con accesso limitato o assente a spazi verdi.

O ancora, è risaputo che gli alberi filtrano e rimuovono efficacemente inquinanti e particolato: ad esempio, in Italia i boschi assorbono ogni anno circa 70 milioni di tonnellate di anidride carbonica e ne restituiscono all’atmosfera oltre 45 milioni di ossigeno; ogni singolo albero in ambiente urbano e periurbano ha una capacità di rinfrescare l’ambiente pari a quella di cinque climatizzatori.

Quali sono le responsabilità di scienziati ed esperti in materia di gestione dell’ambiente?

La questione ambientale nel suo complesso può essere espressa dal binomio “libertà e responsabilità”: responsabilità di contribuire alla salvaguardia degli spazi verdi e libertà di goderne nel rispetto degli altri esseri viventi e delle generazioni future. In questa prospettiva gli scienziati hanno il dovere di scendere in campo anche sul piano della relazionalità e della socializzazione delle conoscenze, con una visione che possa condurre a interpretare coerentemente la complessità dei sistemi socio-ecologici contemporanei. D’altro canto, occorre, più in generale, promuovere adeguate azioni di comunicazione ed educazione pubblica, volte a consolidare la consapevolezza delle funzioni e dei benefici degli spazi verdi e a sostenere una concreta integrazione di queste tematiche nella pianificazione e nella governance territoriale e urbana. Sul piano pratico, questo approccio è da tempo all’attenzione non solo degli scienziati, ma anche di decisori politici, pianificatori dell’ambiente e del territorio e gestori delle risorse naturali.

Il punto di riferimento essenziale concerne la necessità di pensare, progettare e monitorare spazi verdi, poco inquinati da emissioni industriali, agricole e da traffico veicolare, nei quali poter svolgere attività fisiche e ricreative salutari, specialmente in condizioni climatiche in continua variazione. Saranno poi delineati i valori delle aree naturali protette, le caratteristiche di Natura2000 e le politiche per la tutela, nonché, per contro, i rischi espositivi relativi alla allergenicità delle specie naturali e alla qualità dell’aria in zone boscate. Infine, sarà necessario soffermarsi sull’urgenza di utilizzare sistemi di monitoraggio con rapida ed ampia accessibilità dei dati: in tal senso si riporteranno esperienze e si discuteranno progetti per attivare, anche con mezzi innovativi, attività di controllo della qualità dell’aria.

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