Il XII Convegno Nazionale sulla Biodiversità, organizzato dall’Università degli Studi di Teramo in cooperazione con le Università degli Studi dell’Aquila e “G.D’Annunzio” di Chieti-Pescara, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, l’Accademia Delle Scienze della Biodiversità Mediterranea, prosegue il confronto e dialogo avviato 23 anni fa, tra scienziati, referenti istituzionali e politici, su tematiche relative agli ambiti, tra loro complementari, del trittico della biodiversità (intraspecifica, interspecifica, ecosistemica) per contribuire a promuovere l’avanzamento delle conoscenze sulla base dei risultati della ricerca fondata sul rigore del metodo scientifico. In particolare, il XII Convegno ha come preminente obiettivo di trattare studi e ricerche su “Biodiversità, Ambienti, Salute”, con particolare riguardo alle interazioni tra gli ambienti terrestri ed acquatici. La scelta di tematiche così fortemente interrelate, scaturisce da una evidente rivoluzione culturale in corso da qualche anno sulla gestione razionale del territorio e sulle implicazioni dirette ed indirette sulla salute delle persone. Biodiversità, Ambienti, Salute, sono tematiche strettamente interconnesse e costituiscono, assieme al cambiamento climatico, la futura sfida strategica nello scenario di uno sviluppo sostenibile. Forse, l’avvenimento più importante dell’inizio del terzo millennio!
Una innovativa strategia di salvaguardia della biodiversità che riguarda non solo gli ambienti primari terrestri ed acquatici, formatisi attraverso milioni di anni,

ma anche degli ambienti naturali secondari determinati dall’azione dell’uomo durante i secoli, in particolare negli ultimi decenni, che dai “campi coltivati” hanno condotto alle attuali aree rurali, fino alle aree marine protette. Diversità biologica, risultato di un continuo dinamismo dell’ecosistema, ove tutte le popolazioni delle specie vegetali e animali presenti si influenzano reciprocamente anche per l’effetto di fattori “abiotici”, in cui, ogni singola specie, svolge una specifica funzione relazionata a quella di altri esseri viventi co-presenti, che tendono continuamente, a raggiungere gli equilibri “olistici” ottimali che ne costituiscono la specificità di un territorio. Una specificità autoctona che assume un ruolo fondamentale nella rivitalizzazione delle economie ‘tradizionali, grazie al modello culturale, colturale e di allevamento ecosostenibili. Una rivitalizzazione dei territori che mira a valorizzare tramite le conoscenze genetiche, biochimiche, microbiologiche, fisiologiche, bioinformatiche, agronomiche, botaniche, zootecniche, di scienze naturali, ambientali, le pathway metaboliche in grado di individuare dei biotipi con finalità agroalimentari ad elevato contenuto salutistico. Un contenuto, quest’ultimo, dovuto a specifiche componenti dall’elevato valore alimentare, presenti in diversi prodotti tipici locali, con proprietà benefiche per la salute dei consumatori.

css.php